• 22 Novembre 2023
  • Valentina Bardellotto
  • blog

Alzi la mano a chi è già capitato di arrivare a lavoro e dire al proprio collega: “ma ci siamo vestiti uguali!”

Alla Sfera è successo proprio ieri, mercoledì 22 novembre. Non due ma ben tre delle nostre Psicologhe hanno scelto una mise identica: jeans scuro e maglia girocollo color vinaccia. Ovviamente il tutto senza saperlo!

Arrivano alla Sfera si guardano ed esclamano quanto sopra per poi scattarsi un selfie che arriva dritto, dritto nel nostro gruppo whatsapp.

A parte che il vinaccia è di moda ed è un colore che adoro, la situazione, alquanto insolita mi ha portata ad approfondire l’argomento perché faccio parte di quel tipo di persone che pensano, che “a tutto c’è una spiegazione”, “nulla accade per caso”.

In fatto di abbigliamento e “apparenza” ci sono studi e studi che possano confermare quanto ci siano una serie di effetti sui processi psicologici che si attivano sia per chi decide di indossare un certo capo di abbigliamento sia per chi “vede indossato” quel capo.

Oscar Wilde, per esempio, rende poetica la forza della prima impressione; un detto popolare italiano ci ricorda puntualmente che “l’abito non fa il monaco, ma lo veste… da mattina a sera”; un proverbio cinese dice “Si rispetta l’abito, anche se non si rispetta l’uomo”. Tutto ciò mostra quanto incredibile sia il potere di un vestito: indossare un abito, piuttosto che un altro, esercita una discreta influenza sulla percezione che abbiamo di noi stessi.

L’abbigliamento, infatti,  ha effetto non solo sugli osservatori, ma anche sugli stessi attori sociali, ovvero portare un certo abito può avere un effetto psicologico sulla persona che li indossa.

Ma, tornando a noi, quando a lavoro, delle persone casualmente si vestono uguali, ci sono dei motivi!

Diversi studiosi si sono interrogati a tal proposito concordando sul fatto che omologarsi al look dei colleghi sia una scelta molto meno casuale di quello che pensiamo!

Probabilmente succede tutto a un livello inconscio: ma è un fatto che, almeno in prima battuta, istintivamente tendiamo a percepire come minaccioso quello che è diverso da noi. Rimarcare l’appartenenza al gruppo invece, ci fa sentire più protetti.

Lo psicologo britannico Oliver James, sostiene che vestirsi in maniera simile contribuisca a creare un senso di coesione all’interno di un team e che sincronizzarsi, anche da un punto di vista sartoriale, porti dei benefici alla produttività.

A me piace pensarla con il buon Oliver che sa bene il fatto suo, e voi, cosa ne pensate? Che si veramente così?

Al prossimo articolo

Vale Bardellotto