Il Giorno della Memoria è una ricorrenza sancita a livello internazionale che si celebra il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto, ovvero il tragico e sistematico sterminio del popolo ebraico e dei soggetti ritenuti inferiori perpetrate dai Nazisti nel panorama storico del secondo conflitto mondiale.
Si tratta di una parentesi storica che non ha eguali nella cronologia contemporanea europea sia in termini numerici che come efferatezza. Le vittime, infatti, si attestano sui sei milioni solo tra gli ebrei ai quali si sommano le vittime appartenenti ai popoli slavi, i rom, i prigionieri di guerra, i disabili e altri “indesiderati”, sterminati tragicamente nei
campi di concentramento (e non solo) per motivi ideologici e militari.
Riuscire a spiegare un fenomeno storico di questo tipo non è cosa semplice: non nasciamo tutti pedagogisti ed affrontare con bambini e ragazzi temi che per la loro pesantezza e serietà diventano quasi tabù in una società che tende a tacere il dolore ad ogni costo è un proposito assai arduo; dall’altro lato, anche chi è sensibile al tema spesso non possiede gli strumenti per poterne parlare adeguatamente incorrendo, comprensibilmente, in moti di commozione difficili da gestire.
La Scuola, naturalmente e costituzionalmente, in questo è essenziale come primo baluardo istituzionale per introdurre questa tematica e la sua celebrazione in modo adatto. In qualità di genitori, educatori/educatrici, formatori/formatrici ma anche come cittadine e cittadini consapevoli, abbiamo la responsabilità di assistere i giovani e le giovani nel comprendere l’importanza di questa ricorrenza senza declinare totalmente la responsabilità all’istituzione scolastica.
Ecco quindi di seguito 5 azioni concrete che è possibile mettere in pratica per affrontare questa commemorazione in maniera responsabile e consapevole in qualità di genitori e non solo.
1. PARTECIPARE
Alle conferenze, le mostre, gli spettacoli teatrali, gli interventi, alle presentazioni, alle testimonianze. Cogliete ogni opportunità che il vostro territorio mette a disposizione.
Generalmente nel periodo prossimo al 27 gennaio Comuni, Associazioni ed Istituzioni fanno delle proposte di questo genere. Vale la pena approfittarne per dare il giusto valore alla giornata. Professionisti e storici sapranno offrire nuovi e
svariati spunti di riflessione con linguaggi adeguati e specifici e fornendo i giusti dati.
2. LEGGERE
Amanti della lettura al rapporto. I libri, insieme ai supporti audio-visivi, sono gli strumenti che meglio sanno immergere nell’esperienza della Memoria perchè attivano l’empatia. Per questo motivo consigliarvi di condividere la lettura di un libro (letto insieme ad alta voce o parallelamente, quindi ognuno col proprio volume ma letto nello stesso arco di tempo) consente in primo luogo di avere un’opportunità di dialogo (utile soprattutto per adolescenti e pre-adolescenti) e in seconda istanza di riflettere e rielaborare nel momento della discussione sullo stesso.
Ecco quali libri vi consigliamo a seconda delle varie fasce d’età:
7 – 8 ANNI
La portinaia Apollonia – Lia Levi (Orecchio Acerbo)
Otto, autobiografia di un orsacchiotto – Tomi Ungerer (Mondadori)
La bambina del treno – Lorenza Farina e Manuela Simoncelli (Paoline editoriale
libri)
La vecchia casa sul canale – Harding e Teckentrup (Uovonero)
9 – 10 ANNI
Il violino di Auschwitz – Anna Lavatelli (Interlinea)
La guerra di Beck. L’olocausto del Lago Maggiore – Antonio Ferrara (Interlinea)
Fino a quando la mia stella brillerà – Liliana Segre (Bur ragazzi)
L’albero di Anne – Irene Cohen-Janca e M. Quarello)
11 – 14 ANNI
Sonderkommando Auschwitz – Shlomo Venezia (Bur saggi)
L’amico ritrovato – Fred Uhlman (Feltrinelli)
Storia di una ladra di libri – Markus Zusak (Sperling e Kupfer)
Il bambino con il pigiama a righe – John Boyne (Bur narrativa)
14+
Per questo ho vissuto – Sami Modiano (Rizzoli)
Maus – Art Spiegelman (Einaudi)
Se questo è un uomo – Primo Levi (Einaudi)
Padre eterno se ci sei mi devi chiedere perdono – Alessandro Fantin (Centro di
ricerca storico e sociale Leopoldo gasparini)
3. VEDERE UN FILM
Al pari della lettura di un libro, la visione di un film (o di un documentario) è una delle attività che maggiormente si prestano all’analisi della tematica della Shoah; da un lato abbiamo a disposizione un gran numero di proposte che
anche in questo caso si possono suggerire a fasce d’età diversificate, dall’altro i supporti quali il cinema e la tv hanno la peculiare capacità di far immergere nel dramma, attivando quei famosi neuroni-specchio che spesso sentiamo menzionare. Con un film è quasi impossibile non emozionarsi, piangere, sperare fino all’ultimo nella buona sorte dei protagonisti. Al contempo le immagini (e le musiche) possono arrivare laddove il processo di ricostruzione mentale è talmente forte nella sua tragicità da impedirci di crederlo vero.
Quali film puoi vedere:
Il bambino con il pigiama a righe – Mark Herman (2008)
La chiave di Sara – Gilles Paquet – Brenner (2010)
Train de vie – Radu Mihaileanu (1998)
La vita è bella – Roberto Benigni (1997)
Nebbia in agosto – Kai Wessel (2016)
Jojo Rabbit – Taika Waititi (2019)
In Darkness – Agnieszka Holland (2011)
Il pianista – Roman Polanski (2002)
Il fotografo di Mauthausen – Mar Targarona (2018)
L’onda – Dennis Gansel (2008)
4. VISITA I LUOGHI SIGNIFICATIVI
Ci rendiamo conto che quando si organizza una gita in famiglia probabilmente ciò che si va ricercando è un momento di svago e spensieratezza. Al contempo fare delle scelte che abbiano anche come focus quello di accrescere le conoscenze e le consapevolezze di bambini e ragazzi è, in tutto e per tutto, una responsabilità (che non esclude quella ricreativa ma che invece la integra). Ecco perché vale la pena visitare i luoghi correlati alla Memoria per poter “toccare con
mano” (o meglio osservare con i propri occhi) ciò che è stato affinchè non sia più.
Quali luoghi puoi visitare:
Risiera di San Sabba (Trieste)
Sacrario memoriale di Gonars (Udine)
Parco della Memoria (Ceggia – Venezia)
Campo di concentramento di Montorio (Verona)
Museo della Shoah (Padova)
5. ESSERE UN ESEMPIO
E’ già palese da come abbiamo posto tutto il discorso precedente ma non possiamo pretendere che i ragazzi trovino la strada senza un sentiero segnato. Ovviamente ognuno deve fare il proprio percorso, ma dare le direzioni spetta a noi. Ecco perché dobbiamo renderci protagonisti per ognuna di queste proposte condividendo e dando il buon esempio (ricordando di non limitarci solo a questo evento ma a tutte quelle buone prassi che ci rendono cittadini
partecipativi e civili).
Un’ultima precisazione necessaria.
Volendo essere completamente super partes rispetto agli eventi di quest’ultimo periodo che vedono tragicamente protagonista la striscia di Gaza, ci sembra necessario precisare che celebrare questa ricorrenza non è una presa di
posizione politica, bensì un atto che ha come scopo quello di generare la consapevolezza che l’odio genera l’odio e che dalla Storia c’è ancora molto, ma molto da imparare.
Dott.ssa Benedetta Cadamuro
Tutor dell’apprendimento